Si prevede aumento del prezzo del petrolio ma esiste ancora l’incognita Russia

All’indomani del successo, in parte inaspettato, del vertice di Vienna dei Paesi OPEC che hanno trovato un difficile accordo sulla riduzione della produzione del petrolio, facendola assestare a 32,5 milioni di barili al giorno, il prezzo del petrolio ha registrato un aumento del 10%. I mercati stanno reagendo bene, facendo lievitare le quotazioni dell’oro nero anche se ancora un po’ timidamente.

Molti analisti stanno azzardando previsioni di crescita fino ad attestarsi a 80 Dollari al barile ma resta l’incognita Russa, importante produttore petrolifero, che è ancora titubante rispetto ad una riduzione di produzione. Peraltro, gli USA, all’annuncio dell’accordo OPEC, hanno lanciato al massimo la loro produzione, per cercare di approfittare della situazione e vendere al massimo livello puntando su un prezzo conveniente rispetto al petrolio medio orientale.

La situazione rischia di rappresentare un pericolo proprio per i Paesi dell’OPEC che potrebbero trovarsi a vendere l’oro nero a prezzi non concorrenziali rispetto a USA e Russia, perdendo guadagni stratosferici. La riduzione di produzione, tendente ad aumentare il prezzo, potrebbe essere un boomerang che riporta una contrazione pesante delle vendite con un crollo dei guadagni.